«Non da oggi – scriveva Secchia - la stampa è un potente strumento di cui si serve la classe dominante per mantenere la sua dittatura. Il grande capitale non domina solo con le banche, i monopoli, il potere finanziario, il tribunale e la polizia, ma con i mezzi quasi illimitati della sua propaganda e della corruzione ideologica [...] Vi fu un’epoca, agli inizi dell’età moderna, fino alle rivoluzioni del secolo XVIII in cui, come ebbe a scrivere Lenin, la lotta per la libertà di stampa ebbe la sua grandezza perché era la parola d’ordine della democrazia progressiva in lotta contro le monarchie assolute, il feudalesimo e la Chiesa. Ma nella fase di decadenza del capitalismo la stampa conservatrice e reazionaria ha perduto ogni senso morale e ogni pudore. Il giornalismo al servizio dei gruppi imperialisti è una forma corrente di prostituzione. Il capitalismo in putrefazione ha bisogno per reggersi di mentire continuamente. La realtà lo accusa: dunque dev’essere falsificata. La fabbrica della menzogna è diventata arte, tecnica, norma di vita»

Il Partito Democratico e la nostra libertà

Da una parte il Si, che si avvale della grande spinta di un mediatico mainstream.
Da una parte il No, che si avvale invece della spinta a resistere contro lo scardinamento delle regole scritte da chi è uscito dall'incubo del fascismo.
È bene saperlo: ci stanno privando della libertà... Quale? È presto detto: 11 milioni di noi non dispongono del denaro per potersi curare; il "logaritmo" del Ministero dell'Istruzione sta creando una baraonda per cui, insieme a tutti i problemi irrisolti della scuola, avremo anche un anno scolastico che sarà difficile da dimenticare per la paradossale confusione con cui sta partendo, nel campo dell'università, durante gli ultimi 10 anni, si è verificato un calo delle iscrizioni pari al 20%, un aumento delle tasse del 60% per cui studiare è tornato ad essere  un lusso, in Europa siamo il fanalino di coda.
Anche la libertà di spostarsi è compromessa da costi e restrizioni, i lavoratori pendolari e tutta l'utenza ne stanno soffrendo gravemente. Tanto altro ancora ci viene sottratto giorno dopo giorno.. per questo il presidente di Confindustria Boccia è uno degli alfieri della deformazione della nostra Costituzione, i cui apparenti autori sono Renzi e la Boschi, arrivando a dichiarare "Ci batteremo fino all'ultimo perché al referendum costituzionale prevalga il si".
Sappiamo esattamente che i nostri problemi non finiranno nel momento in cui vincesse il No alla deformazione della Costituzione. Sappiamo anche che moltissimi altri in più ne avremo qualora prevalesse il Si. Noi siamo per il No.
Non c'è altra strada, a chi ci sta leggendo diciamo: contrastiamoli. Nelle loro feste, dove vanno a raccontare una commedia che è tragicamente reale, in tutto il paese, per le strade, nelle scuole, nei luoghi di lavoro.
Noi, con altri amanti della libertà, stiamo lavorando con il Comitato per il NO - Milano​ da circa quattro mesi, raccogliendo le firme per l'abrogazione dell'Italicum, sapendo che questa è la sfida da cui molto probabilmente dipende il nostro futuro.