«Non da oggi – scriveva Secchia - la stampa è un potente strumento di cui si serve la classe dominante per mantenere la sua dittatura. Il grande capitale non domina solo con le banche, i monopoli, il potere finanziario, il tribunale e la polizia, ma con i mezzi quasi illimitati della sua propaganda e della corruzione ideologica [...] Vi fu un’epoca, agli inizi dell’età moderna, fino alle rivoluzioni del secolo XVIII in cui, come ebbe a scrivere Lenin, la lotta per la libertà di stampa ebbe la sua grandezza perché era la parola d’ordine della democrazia progressiva in lotta contro le monarchie assolute, il feudalesimo e la Chiesa. Ma nella fase di decadenza del capitalismo la stampa conservatrice e reazionaria ha perduto ogni senso morale e ogni pudore. Il giornalismo al servizio dei gruppi imperialisti è una forma corrente di prostituzione. Il capitalismo in putrefazione ha bisogno per reggersi di mentire continuamente. La realtà lo accusa: dunque dev’essere falsificata. La fabbrica della menzogna è diventata arte, tecnica, norma di vita»

Smuraglia: “Non si fa spending review sulle istituzioni democratiche”

“Nel 1946 avevo 23 anni. Tre anni prima avevo detto il primo ‘No’ alla Repubblica di Salò preferendo andare sulle montagne. Nel ’46 si stavano realizzando i sogni della Resistenza: liberare l’Italia dal nazifascismo e creare le condizioni affinché in Italia nascesse una vera democrazia. Nel ’46 si stava avverando con il voto alle donne, la Repubblica e la Costituente, ricorrenze che festeggiamo oggi, 2 giugno. Questi sogni restano oggi irrealizzati per questo dobbiamo continuare a lottare.” Carlo Smuraglia, presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, esordisce con queste parole il suo intervento al dibattito “Il Futuro della Repubblica”, organizzato da Libertà e Giustizia, lo scorso 2 giugno presso il cinema Odeon di Firenze. “Si può parlare ancora di democrazia quando un Parlamento dichiarato incostituzionale mette mano ad una riforma del Senato e ad una legge elettorale a colpi di fiducia, strozzando il dibattito democratico, cambiando i membri della commissione se non sono d’accordo con l’opinione dominante?”. “Non si può risparmiare sulle istituzioni democratiche: se non funzionano si fanno funzionare. Non è che si tagliano per risparmiare.”

Ascolta l’intervento di Carlo Smuraglia, ANPI Nazionale:
http://www.radiocora.it/post?pst=24276