«Non da oggi – scriveva Secchia - la stampa è un potente strumento di cui si serve la classe dominante per mantenere la sua dittatura. Il grande capitale non domina solo con le banche, i monopoli, il potere finanziario, il tribunale e la polizia, ma con i mezzi quasi illimitati della sua propaganda e della corruzione ideologica [...] Vi fu un’epoca, agli inizi dell’età moderna, fino alle rivoluzioni del secolo XVIII in cui, come ebbe a scrivere Lenin, la lotta per la libertà di stampa ebbe la sua grandezza perché era la parola d’ordine della democrazia progressiva in lotta contro le monarchie assolute, il feudalesimo e la Chiesa. Ma nella fase di decadenza del capitalismo la stampa conservatrice e reazionaria ha perduto ogni senso morale e ogni pudore. Il giornalismo al servizio dei gruppi imperialisti è una forma corrente di prostituzione. Il capitalismo in putrefazione ha bisogno per reggersi di mentire continuamente. La realtà lo accusa: dunque dev’essere falsificata. La fabbrica della menzogna è diventata arte, tecnica, norma di vita»

La Rivoluzione d'Ottobre e la costruzione del partito comunista in Italia*

di Fosco Giannini

*relazione tenuta venerdi 7 novembre 2014 alla “Casa Rossa” di Milano, in occasione della celebrazione della Rivoluzione d’Ottobre

Nell’affrontare il tema della Rivoluzione d’Ottobre, una prima questione da mettere a fuoco è la seguente: perché oggi, nel mondo occidentale-capitalistico, la Rivoluzione d’Ottobre è tanto attaccata, demonizzata, resa caricaturale e ridotta – non solo a destra, ma anche tra la sinistra moderata, socialdemocratica e “radical” – al rango di “colpo di stato”, di un “putsch” dagli “inevitabili” effetti degenerativi, dittatoriali ? Per rispondere a tale quesito possiamo riassumere e utilizzare l’analisi che faceva Freud sul tabù dell’incesto: tale tabù – affermava Freud – è tanto orrorifico, dissemina tanta paura quanto è forte la pulsione stessa all’incesto. E, da parte del capitale, tanto forte è la demonizzazione dell’Ottobre quanto è stata grande e tuttora è grande la paura della Rivoluzione. E’ “lo spettro comunista” che s’aggira e fa tremare, oggi come ieri, i padroni. Ed è interessante disvelare la tenaglia ideologica reazionaria con la quale la borghesia vorrebbe stringere la testa dell’Ottobre: da una parte si utilizza il più frusto e abusato dei “nuovismi”, secondo il quale dal 1917 ad oggi è passato così tanto tempo da rendere vetusti, obsoleti, sia Marx che Lenin e dunque l’intero l’Ottobre; d’altra parte, come premettevamo, si rimuove l’Ottobre per il terrore perenne che la Rivoluzione e la costruzione concreta del socialismo hanno suscitato nelle file dei borghesi e nel potere imperialista.

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