«Non da oggi – scriveva Secchia - la stampa è un potente strumento di cui si serve la classe dominante per mantenere la sua dittatura. Il grande capitale non domina solo con le banche, i monopoli, il potere finanziario, il tribunale e la polizia, ma con i mezzi quasi illimitati della sua propaganda e della corruzione ideologica [...] Vi fu un’epoca, agli inizi dell’età moderna, fino alle rivoluzioni del secolo XVIII in cui, come ebbe a scrivere Lenin, la lotta per la libertà di stampa ebbe la sua grandezza perché era la parola d’ordine della democrazia progressiva in lotta contro le monarchie assolute, il feudalesimo e la Chiesa. Ma nella fase di decadenza del capitalismo la stampa conservatrice e reazionaria ha perduto ogni senso morale e ogni pudore. Il giornalismo al servizio dei gruppi imperialisti è una forma corrente di prostituzione. Il capitalismo in putrefazione ha bisogno per reggersi di mentire continuamente. La realtà lo accusa: dunque dev’essere falsificata. La fabbrica della menzogna è diventata arte, tecnica, norma di vita»

Marxisti ticinesi e italiani si confrontano sull’analisi della crisi economica e geopolitica

di Aris Della Fontana, coordinatore della Gioventù Comunista della Svizzera Italiana


Si è tenuta sabato scorso 19 gennaio, presso la Casa Rossa di Milano, una conferenza pubblica intitolata “Il mondo dopo il congresso del Partito Comunista Cinese e le elezioni USA”. L’evento, organizzato dall’associazione “Primo Ottobre” di amicizia italo-cinese e della sezione “Laika” del Partito dei Comunisti Italiani, voleva ricordare Gianfranco Bellini, promotore dell’associazione, venuto a mancare recentemente. Figura su cui Sinistra.ch ha già pubblicato un articolo. In sala vi erano anche oltre ad Alessandro Lucchini e Nicolas Fransioli, esponenti del Dipartimento della politica economica del Partito Comunista ticinese, anche Massimiliano Ay, segretario dello stesso Partito. Sul fronte sindacale si è registrata la presenza di Janosch Schnider, coordinatore del SISA. Presenti anche membri delle istituzioni, come Leonardo Cribio e Vladimiro Merlin, esponenti della Federazione della Sinistra.
Nadia Schavecher, moderatrice della giornata, che nell’apertura dei lavori è apparsa visibilmente emozionata, ha lasciato anzitutto la parola al medico Paolo Paparella, amico e compagno di Gianfranco Bellini. Il pubblico in sala ha così potuto comprendere come, nella persone dell’economista milanese da poco scomparso, fosse viva un’impetuosa carica politica che non si spegneva in nessun frangente quotidiano: era un comunista in qualunque caso e in qualunque momento. E questa qualità gli dava la possibilità di entrare con dovizia metodologica, con spirito critico e propositivo, in ogni situazione della vita, fornendo sempre a coloro che avevano la fortuna di trovarsi con lui, una scomposizione analitica di spessore. Nell’ambito del suo lavoro di indagine della realtà – passata e presente – Gianfranco Bellini stava per ultimare uno scritto centrale per comprendere le dinamiche dell’attuale crisi economica. Le prime bozze sparse erano già state integrate ma il destino ha voluto che l’autore non potesse completare l’operazione: l’onere, ma anche l’onore, di rimaneggiarne e completarne la versione ultima sarà quindi compito dei suoi più stretti collaboratori e ben presto una casa editrice italiana si occuperà della stampa.

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